Lupo e altri fantasmi
È un "tempo di fantasmi e teatrini" quello immaginato da Melo Vassallo, continuamente assediato dagli umori e dalle voci di una città nera come la sciara. I tre drammi della maturità artistica dell'autore disegnano orizzonti carichi di pathos, di assalti frenetici, di crisi comiche inarrestabili, di una deformazione grottesca e umoristica, dove non esiste riparo per le ombre dei vivi e dei morti. Il quartiere, la città e la casa sono spazi angusti, inchiodati al sogno-incubo di memorie ancestrali, talora attraversati dal guizzo di una natura concorde. Eppure, nonostante la miseria e l'abbandono, Lupo, Caterina e Donna Nedda sono 'anime salve', che chiedono "mille anni al mondo mille ancora".
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