Vento che parla sabbia che canta
Dove la terra è ancora selvaggia e vuota, dove le praterie si ripetono all'infinito, l'uomo si sente piccolo e insignificante. Piccolo, insignificante e pieno di paure si sente Perregrin, giunto sulla soglia dell'età adulta che non osa varcare, anche perché ha un problema in più rispetto agli altri: una gamba che, dopo una prima frattura, continua a rompersi. Suo padre si rivolge, come ultima spiaggia, a Bod Pa, un vecchio amico, sciamano errante e valoroso guerriero.Bod Pa non assomiglia affatto allo stereotipo dello sciamano, non porta amuleti, non fa magie, non evoca gli spiriti e a ben guardare non sa nemmeno guarire: è un nano cieco, col volto segnato da cicatrici, beone e filosofo. Come un piccolo Socrate, Bod Pa provoca il suo discepolo con un comportamento imprevedibile, ordini enigmatici, indovinelli esasperati, scherzi feroci, domande senza risposta che spostano sempre di sorpresa il baricentro delle questioni, mostrando gli aspetti meno consueti e più reali delle cose. E quando si parla di risanare la gamba malata del ragazzo, Bod Pa sembra indifferente e distratto come se non quello, ma altro, fosse il problema. Vagando per le pianure sterminate, Perregrin sperimenta la devastante solitudine della natura, parla del bene e del male, della vita e della morte e, sotto la guida del suo sciamano, cerca di seguire l'antico motto che permette il compimento del viaggio interiore dell'uomo verso la maturità: 'Conosci te stesso'.Sullo spazio, sul tempo, sui personaggi, sulla nascita di questo libro sono sufficienti le parole dell'autore:"Il periodo in cui la vicenda si svolge non ha alcuna importanza. Bod Pa infatti è un uomo di tutti i tempi, un angelo di passaggio sulla terra. Perregrin è il futuro Gengis Khan, che significa 'Cavaliere celeste'.E nella figura di Gengis Khan sono fusi i tre protagonisti del mio libro: Perregrin, suo padre e Bod Pa. Perregrin è un uomo che vuole essere se stesso. Solo riuscendo a cavarsela con le proprie forze capisce la vera essenza della vita".
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