Mi rifiuto di rispondere
Dashiell Hammett, lo scrittore che ha rivoluzionato il mondo del giallo, il padre del genere noir americano, è qui - fuori dalla pagina scritta - sul banco degli imputati. Siamo in pieno periodo maccartista, la caccia alle streghe è spietata. La Commissione sulle attività antiamericane, più nota come Commissione McCarthy, chiede conto a Hammett dei suoi rapporti con il Partito comunista e soprattutto esige che faccia i nomi dei dirigenti del Civil Rights Congress, che gestisce il fondo cauzioni per liberare i militanti di sinistra arrestati per motivi politici. Hammett si rifiuta. Preferisce affrontare la durezza del carcere piuttosto che collaborare in alcun modo con chi vuole fare - e fa - terreno bruciato attorno a ogni dissenso. Come gli investigatori protagonisti dei suoi romanzi, umani antieroi che svolgono un "mestieraccio" in un'America molto realistica, violenta e corrotta, e che vogliono "ficcare nel meccanismo una leva dentata" (ci confida l'indimenticabile detective Spade), così Hammett preferisce opporre il diritto al silenzio all'ottuso strapotere del maccartismo e affrontare con coraggio le gravi conseguenze che gliene deriveranno. Prefazione di Gianrico Carofiglio.
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