Novantanove crimini gloriosi ovvero l'indiscutibile doverosità della morte
In fondo, "Crimini gloriosi" sono solo dei divertissement innocenti. E surreali. Traggono apertamente ispirazione da Max Aub, senza alcuna riserva o vergogna. Sono fantasiose e grottesche ipotesi di delitti immaginati che si compiono nei nostri pensieri a seguito di piccole o grandi insofferenze, di inspiegate antipatie, che, reiterate nel tempo, diventano insopportabili. Tanto da portarci a immaginare i delitti più efferati, le vendette più terribili, i crimini più orrendi. Nel nostro immaginario, questi crimini sono brutali, violenti e decisivi, ma la narrazione in questo testo è delicata, allusiva e mai truculenta. Si fa cenno al sangue senza mai esagerare. Nel ritrarli e dipingerli, l'umorismo nero cerca di rispettare i limiti del macabro. Il "delitto alla Max Aub", qui chiamato "Crimine Glorioso", è ciò che ognuno di noi potrebbe desiderare di commettere contro il vicino fastidioso, l'amico noioso o la compagna che sembra non ascoltare mai. Tuttavia, queste fantasie rimangono confinate nella nostra mente, asettiche, mai realmente intrise di sangue. Perché ognuno di Noi ha piccoli momenti di insofferenza e di fastidio.
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