Stanze
A pochi mesi di distanza dalla mostra allestita a Firenze (Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti, marzo-maggio 2015) Lino Mannocci si ripresenta al pubblico italiano con un'antologia di opere centrata su due temi che hanno dominato la sua produzione pittorica dell'ultimo decennio: se nel museo fiorentino era stato esposto un gruppo ristretto, ma memorabile, di tele di grande formato, scelte per intessere un dialogo con le architetture e sculture del Saloncino delle Statue, qui a Bergamo, nella galleria dell'amico e sodale Arialdo Ceribelli, Mannocci torna a prediligere il piccolo formato che sente a lui tanto congeniale, indagando, con sottili varianti e delicati mutamenti di tono poetico, il tema delle nuvole aleggianti, eteree e grandiose, su cieli compressi dai margini del campo pittorico, eppure potenzialmente infiniti, e quello delle stanze disabitate, o abitate da misteriose incorporee presenze, fantasmi della mente codificati in pochi schemi fissi di grande espressività.
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