Sono un signore della Palermo andata
Con echeggiamenti evocativi alla Aznavour, ma soprattutto novello Lorenzo De' Medici, l'autore in questa raccolta di poesie canta l'inno dell'eterna giovinezza, parafrasi fuggente del "chi vuol esser lieto sia", tanto più che del domani non c'è alcuna certezza. La sua vena trae origine dalla sensazione che: "Esistono due regni confinanti contrastanti per usi e tradizioni: il regno della realtà e quello della fantasia. Perché tra i due mai guerra sia vigila un esercito di pace: la poesia."
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