Lettera dalla fine del mondo
1943. Trentanove uomini, dopo il naufragio della Santa Maria, vengono lasciati da Cristoforo Colombo sull'isola della Hispaniola (l'odierna Haiti). Il loro compito è stabilire un caposaldo, fondare una colonia e dare avvio all'esplorazione e alla cristianizzazione di questa nuova terra. Il fatto, così riassunto, è storico; lo straordinario racconto che ne scaturisce è frutto soprattutto della fantasia di un quarantenne scrittore andaluso. Nel romanzo, si apre agli stupefatti europei un mondo di smagliante ricchezza, un Eden lussureggiante in cui la bellezza dei nativi gareggia con il fulgore di una natura intatta. Eppure, quasi subito l'incanto si rompe. La sete di conquista, la brama dell'oro, l'istinto di sopraffazione, gli appetiti sessuali hanno il sopravvento; e il meraviglioso paradiso caraibico si trasforma in un paesaggio di violenza e di morte, in cui brucerà anche l'intensa vicenda d'amore fra Domingo Pérez, testimone e io narrante, e una giovane indigena.José Manuel Fajardo ha accostato documenti e cronache con il puntiglio di uno storico e insieme il dissacrante gusto inventivo del narratore; e ha dato vita a un romanzo d'avventura che sembra prefigurare il futuro stesso del continente americano. La sua affascinante cronaca del Nuovo mondo ha, al fondo, un europeissimo e tragico cuore di tenebra.
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