La vita
"In tutte le sue cose animoso, fiero, vivace, prontissimo e terribilissimo, e persona che ha saputo pur troppo dire il fatto suo con i principi, non meno che le mani e l'ingegno adoperare nelle cose delle arti". L'immagine del Cellini rapidamente abbozzata dal Vasari coglie dal vivo i tratti caratteriali ed espressivi che emergono dalla vita, la singolare autobiografia da lui dettata a partire dal 1558 a un giovane garzone di bottega e destinata a restare inedita fino al 1728 per poi subito affascinare i lettori italiani ed europei, primi tra i quali Goethe e Stendhal. Nella Vita Cellini rappresenta se stesso come instancabile protagonista della Storia, ai cui eventi non si limita ad assistere da spettatore: benché immerso nei vizi sino all'infamia, peccatore, sodomita, assassino, egli è tuttavia persuaso, a dispetto del "crudele Destino", di essere artista di Dio, fiducioso nella luce della Grazia che gli concede un'ineguagliabile "virtù". Appassionato narratore e magnificatore delle proprie gesta, il Cellini passa, quasi in un cammino di redenzione, dal microcosmo dell'artigiano all'universo dell'artista, e da semplice esecutore di immagini miniaturizzate, cesellate in oro, diviene il creatore di colossali opere d'arte, giungendo a plasmare con piena consapevolezza nel Perseo il proprio alter ego, simbolo della strenua lotta contro la fortuna avversa. Attorno a lui, protagonista assoluto, ruota un mondo percorso da bagliori sinistri e segni divini, brulicante di comparse, nobili e gli alti prelati della Roma pontificia insieme ai malviventi dei bassifondi e delle carceri, la corte parigina di Francesco I e la diabolica Madame d'Estampes, tutti impegnati perversamente a ostacolare il riconoscimento della sua grandezza.La Vita compare qui in una nuova e rigorosa edizione critica condotta sul manoscritto Laurenziano, parzialmente autografo, e arricchita da un puntuale commento illustrativo, linguistico e storico, col sussidio di Indici analitici degli artisti.
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