Cacce sottili
La passione per gli insetti si è destata in Junger assai presto, sin dagli anni dell'infanzia, quando il padre regalò a Ernst e al fratello maggiore, Friedrich Georg, l'attrezzatura necessaria a questo gioco appassionante. Per i ragazzi, la caccia costituiva il pretesto per marinare la scuola e passare le giornate in campagna o lungo i fiumi, ma offriva anche un'occasione di educazione e di conoscenza. Il giovane Junger trova sul terreno di caccia una palestra per esercitare l'osservazione della natura: impara i trucchi e le astuzie del cacciatore, legge con passione la letteratura scientifica, consulta le tabelle dei sistemi naturali: "Cacce sottili" è l'emozionante racconto autobiografico della storia di questa passione e delle avventure in cui l'autore si trova coinvolto. Junger non cesserà di dedicarsi a questa sua attività tutta la vita: negli anni della guerra come nel corso di viaggi in Italia, nel Medio Oriente, in Asia.Inseguiti con l'attenzione dello studioso, i piccoli animali offrono allo scrittore e filosofo occasione di gioco e di meraviglia, di riflessione sul tempo e sul mutare del volto della natura, sui desideri umani, sulla ricerca inesausta, infaticabile, del sapere e del piacere. Il mondo sottile degli insetti, scenario di bellezza e crudeltà, diviene una metafora del cosmo. E non è un'evasione letteraria, si tratta di un microcosmo reale: " Per poter godere della multiformità dei fenomeni - scrive Junger - della pluralità dei mondi, non occorre fare riferimento alle lontananze delle stelle fisse, ma è sufficiente la prospettiva ristretta e immediata del nostro mondo, del quale riusciamo a percepire una minuscola porzione. Queste creature sono prodigiose quanto noi; dotate degli stessi organi, alate per giunta. Non sappiamo nulla della loro relazione con l'infinito".Microcosmo e macrocosmo, dunque.
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