Amori in stazione
Un'anonima stazione di provincia nel Settentrione italiano, a volerla guardare davvero, è l'inferno o il paradiso dove si intrecciano, giorno dopo giorno, i destini di ogni sorta di emarginati: prostitute e omosessuali malati di aids, magnaccia, militari di leva, extracomunitari e zingari, insieme a una povera folla di persone "normali" sballottate a destra e sinistra dalle loro eterne peripezie. Ma Charlie, lo strano io narrante di questa vicenda (studente di legge e giovane regista cinematografico), non si limita a guardare: la sua sfortunata storia d'amore con la cameriera del bar (Linda, "il mio angelo epilettico") lo rende partecipe dei drammi, dei dolori, delle ambizioni segrete di ogni antieroe di cui la stazione è popolata. Finché proprio lei, la stazione con i suoi muri imbrattati, diviene una specie di inquietante e familare personaggio.Ritmato dall'arrivo e dalla partenza dei treni, questo romanzo d'esordio di uno scrittore poco più che ventenne ci colpisce con la forza di un pugno; ma il suo crudo erotismo, la sua violenza, il suo sapore di morte sembrano sciogliersi a tratti nelle volute del sogno, in un disperato bisogno d'amore, nell'urgente volontà di ritrovare un'etica, sia pure estrema e paradossale, di profonda umanità. Così, anche lo stile di Marinelli, improntato a un trasgressivo realismo di linguaggio e ambientazione, si apre alle suggestioni di una potente carica metaforica, come alle fulminazioni di un corrosivo lirismo.
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