Donne

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Donne. Fin dall'inizio, e per tutte le sue trecento pagine, il romanzo è la confessione esplicita, quasi ostentata, di una passione stregante: le donne, per Bukowski, sono un'attrazione costante, un bisogno che non conosce pause, e che non si arresta neppure di fronte alle situazioni più disagevoli, o riprovevoli, o disgustose. No, la ricerca del narrante non si arresta di fronte a nulla, forse perché l'amore, e la lotta, tra i sessi è per lo scrittore americano il mezzo più sicuro per tenersi in rapporto con la realtà. In questo, che è il suo romanzo più esplicitamente erotico, Bukowski racconta con strepitosa immediatezza le sue - vere o immaginarie - avventure d'amore. Storie tumultuose, incontri tra sguaiati e grotteschi, memorabili o miserabili prodezze, dialoghi enormemente e quasi commoventemente sboccati, sullo sfondo di un'esistenza randagia, segnata da maratone alcoliche, gravata dalla continua e assillante ricerca di denaro, vissuta sempre e rigorosamente on the road. Un mondo di picari audaci e pezzenti, di modernissima bohème, che nessuno ha saputo far vivere nelle pagine di un romanzo con l'intensità e l'efficacia di Bukowski. Può colpire ancora, a distanza di anni dalla prima pubblicazione, la spregiudicatezza della scrittura; ciò che comunque oggi soprattutto si impone è la straordinaria felicità espressiva di un originale stile di realismo.
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