Poesie e canzoni. Testo originale a fronte

Poesie e canzoni. Testo originale a fronte

"Ho amato Georges Brassens fin dai primi anni Sessanta, quando il suo nome era già molto famoso (...). Di Brassens mi piaceva un po' tutto: da quell'aspetto di ruvido artista con mustacchi e chitarra ("artista", semplicemente, era chiamato il suo dolce-goffo personaggio nel film Quartiere dei lillà di René Clair, del '57), alla voce pastosa e alla semplicità elementare delle sue esecuzioni. Ma soprattutto, s'intende, mi piaceva il suo sapiente uso della parola anche nel racconto di vicende paradossali e spesso esilaranti. E dunque mi piaceva, e mi stupiva, quella sua virtù di trattare magistralmente circostanze e situazioni povere, "basse", o "comico-grottesche", di acquisire al suo canto sobrio e burbero, eppure ironico, porzioni di realtà escluse solitamente dalla stessa canzone, un genere popolare ma troppo spesso a sua volta imprigionato nelle formule di un lirismo ovvio. Di ciò che a priori è di solito considerato "non poetico", Brassens si serviva pienamente. Ma possiamo definire anche poeta questo grande della canzone? (...) Spesse volte ci è capitato infatti di ascoltare una canzone constatandone felici spunti nelle parole. Ma alla lettura, impietosamente, i pregi erano poi semisommersi dai difetti, dalle approssimazioni, dalla non compiutezza letteraria del testo stesso. Brassens, anche nei suoi pezzi, per così dire, più leggeri, o apparentemente solo divertenti (mai, comunque, neppure lontanamente, banali), mostra una quadratura che è frutto di un rigore etico della composizione (di cui è facile immaginare il lavorio che ne precede la definitiva stesura), oltre che delle sue qualità di invenzione poetica. Insomma, Brassens è autore di canzoni, ma, a differenza di quasi tutti (o forse proprio di tutti) i suoi "colleghi", è un vero poeta". (Dall'introduzione di Maurizio Cucchi)Edizione con testo a fronte.
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