Roquenval
A Roquenval, misteriosa e decadente dimora nobiliare dell'Ile-de-France, Boris viene invitato a passare l'estate dall'amico di liceo Jean-Paul e in questo luogo incantato e fuori del tempo, Boris ritrova il ricordo remoto della casa del nonno, in Russia, trasfigurato dalla suggestione di qualche pagina di Tolstoj, o di Turgenev, o di Cechov. Perché Boris è emigrato in Francia con i suoi genitori dalla Russia, come tanti personaggi della Berberova, e sangue rosso scorre anche nelle vene di Jean-Paul e della sua famiglia. Così, la frequentazione di Boris con la vecchia nonna del compagno si traduce nella ricerca ansiosa delle proprie origini. Ma oltre i confini di una specifica civiltà, la parabola struggente di Roquenval e dei suoi abitanti sembra indicare un'assorta riflessione sul tempo e sul suo ciclo inesorabile, che nemmeno il potere fantasmatico dell'immaginazione può sperare di interrompere e di fissare. Breve parentesi nella vita di un giovane, l'estate a Roquenval costituisce nondimeno una sorta di prova generale all'esistenza: l'esperienza dell'amore e dell'amicizia sembrano autorizzare Boris, quando il momento è giunto, a tirare il sipario sulla scena del vecchio castello, per pensare al proprio futuro. A questo sottile e amabile intrigo estivo, l'arte allusiva e insinuante della Berberova ha conferito i tratti di un piccolo capolavoro.