La figlia di Omero
Nel 1896 Samuel Butler, l'autore di "Erewhon", avanzò l'ipotesi che l'"Odissea" fosse stata scritta in Sicilia, da una donna. L'affermazione non trovò molto credito negli ambienti accademici. Molti anni dopo, mentre lavorava al suo dizionario di miti greci, Robert Graves si trovò a riflettere sugli argomenti portati da Butler, e li trovò piuttosto convincenti. Ben presto decise di scrivere un romanzo, "La figlia di Omero": la trasposizione narrativa di una congettura storica. Come egli stesso scrive, il libro "ricostruisce le circostanze che indussero Nausicaa" (questo il nome della protagonista del romanzo) "a scrivere l'"Odissea"", e mostra come la principessa, "figlia onoraria" di Omero, sia riuscita a far includere il suo poema nel canone delle opere omeriche. "E' la storia", spiega ancora l'autore, "di una ragazza siciliana di forte carattere e di sentimenti religiosi, che riesce a difendere il trono del padre dagli usurpatori, a evitare un matrimonio sgradevole, e a salvare i due fratelli minori da una morte violenta." E' anche la storia di una giovane pricipessa che si accinge a narrare, distanziadole nel tempo, le avventure stesse che ha vissuto. E così, nella vicenda della principessa siciliana, raccontata con straordinaria grazia e lieve ironia da Graves, troveremo temi, episodi, personaggi del poema. A cominciare da Nausicaa stessa che, figlia di re Alfeide, nel romanzo, trasformerà se stessa in figlia di Alcinoo, nella sua narrazione in versi...
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