La caduta dei tempi. Testo originale a fronte
Apparso nel 1983 da Flammarion, ristampato nel 1993 da Gallimard, parzialmente tradotto in italiano l'anno seguente da Marie-Luise Lentengre e Alessandro Serra sulla rivista "Il Verri" La caduta dei tempi rappresenta forse il testo poetico più apprezzato di uno fra i più apprezzati poeti francesi viventi. Poeti e intellettuali, occorrerebbe precisare, dato che la sua opera è quella di un autentico poligrafo, pienamente calato nell'agone della sua epoca. Perché Bernard Noel è narratore, romanziere, drammaturgo, traduttore e saggista, capace di spaziare dagli scritti sull'arte (con interventi su David, Géricault, Moreau, Matisse, Magritte, Masson, i classici rinascimentali e la civiltà messicana) a quelli di carattere storico-politico (con i vastissimi studi sulla Comune di Parigi o il bruciante reportage sull'Unione Sovietica). In questa prospettiva si rivela cruciale la sua riflessione sul "totalitarismo mentale" e sul "dispotismo della libertà" tipici delle società consumiste, felicemente espressa nella nozione di Sensura come privazione, neutralizzazione, censura del senso.Non si pensi, però, ad una scissione tre elaborazione teorica e raccolte di versi. Nella prima monografia italiana su Noel, Fabio Scotto ha osservato acutamente che la critica dell'universo culturale costituisce al contrario una tappa imprescindibile proprio all'interno dell'itinerario poetico. Infatti, se la situazione che l'autore descrive è quella di un corpo sociale ormai sostituito dal corpo economico (con l'instaurazione di una gerarchia di valori dominata dal denaro, e la conseguente riduzione della parola a semplice moneta), compito della poesia sarà appunto guarire il cancro che minaccia la lingua.
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