Giardino sul mare
In un'antica villa sul mare, la storia di un amore impossibile raccontata dalla grande scrittrice catalana che piaceva a Gabriel García Márquez. "Il giardino sul mare" è il regno del vecchio giardiniere, uomo schivo e modesto che vive secondo il ritmo eterno del mutare delle stagioni e guarda con educata curiosità all'interno della villa dei suoi padroni. Sotto i tigli centenari del viale sbocciano passioni proibite, si delineano trame irrealizzabili, tra feste sontuose e fuochi d'artificio. Un giorno, accanto alla grande casa a pochi chilometri da Barcellona, ne comincia a sorgere un'altra, mattone dopo mattone. È quella di un miliardario che ha fatto fortuna in America. Appena la costruzione è pronta, con l'immensa piscina e la scuderia, arrivano i suoi abitanti ed "è come se una tempesta si abbattesse su un'aiuola di viole del pensiero facendone rabbrividire le mascherine vellutate". E all'improvviso il fato si compie. Una tragedia annunciata che trascolora in buie reticenze, nel canto di un usignolo nascosto nella siepe di caprifoglio. E si compie senza rumore, mentre una scimmia dispettosa nasconde i pezzi degli scacchi e un leoncino in gabbia sgrana i suoi occhi color ambra. Dopo, nulla è più come prima nelle due ville. Ma il paesaggio resta immobile, accudito dal vecchio giardiniere che continua a selezionare le sementi e a dormire con i bulbi sotto il letto. La scrittura di Mercè Rodoreda è intimista, delicata, estremamente attenta al dettaglio e alla sfumatura psicologica.
Momentaneamente non ordinabile