Crinali. Le zone oscure del femminismo
Crinali, sentieri accidentali si possono definire i percorsi delle donne in questi anni nella ricerca di una identità propria, non segnata dalle attribuzioni dei generi storici. Crinali non solo perché i margini di invenzione delle vite e delle rappresentazioni del mondo si sono rivelati estremamente precari, infinitamente più ambigui del previsto, continuamente minacciati dal cadere nei modelli consolidati del maschile e femminile. Ma anche perché gli attaccamenti agli equilibri precedenti sono apparsi di consistenza geologica, impervi alle invenzioni, incatenati a strutture di sopravvivenza tanto precarie quanto arcaiche. Il libro raccoglie una serie di scritti che hanno accompagnato via via lungo gli anni percorsi, le esperienze, le relazioni, le scoperte, le ripetizioni, le sconfitte della pratica politica in vari campi, concentrandosi soprattutto sulle zone d'ombra che hanno accompagnato anche le intuizioni più felici del femminismo. La raccolta è divisa in tre parti. Nella prima si analizza la pratica politica tra donne, dove l'invenzione totale degli inizi si è piano piano dovuta confrontare con l'emergere di difficoltà impreviste, di nuove ideologie. Nella seconda si analizzano modalità specifiche dell'agire femminile, significazioni date a particolari esperienze del vivere: il lavoro, il viaggio, la matrenità. Nell'ultima parte, a partire da pratiche di rapporti oggi emergenti, basati sul confronto tra l'appartenenza al mondo comune delle donne e la estrema diversità culturale, etnica, religiosa, ci si interroga sul significato di una politica internazionale delle donne, di una critica comune alle strutture della civiltà, capace di mostrare l'intrinseco legame tra la sua crisi e il rapporto originario tra i sessi.
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