Clara
Uno scenario suggestivo: la sponda meridionale della Palude del Diavolo, in Bassa Sassonia, dove, poco distante da Brema, sorge Worpswede, un piccolo borgo contadino. Qui, alla fine dell'Ottocento, si stabilisce un gruppo di pittori, fra i quali Heinrich Volgeler, Otto Modersohn, Fritz Mackensen, ultimi sprimentatori della pittura di paesaggio fin de siècle. E qui, al ritorno dal viaggio in Russia con Lou Andreas-Salomé, soggiorna per un breve periodo anche un poeta ancora poco conosciuto: Rainer Maria Rilke. L'anno è il 1900, la stagione, una tarda estate che prepara i suoi colori più caldi per l'autunno imminente."Voglio avere l'autunno" scrive Rilke nel suo Diario. Ma la sua poesia non conquisterà qui solamente la tavolozza dei colori; per lui, Worpwede ha in serbo altri doni preziosi. L'amicizia con "la bionda pittrice", Paula Modersohn-Becker, alla quale dedicherà i versi del Requiem per un'amica, e l'incontro con la "cupa vivacità" di Clara Westhoff, la scultrice allieva di Rodin che introdurrà Rilke alla seduzioni di Parigi e all'opera del suo maestro. E che, nel 1901, diventerà sua moglie.Del loro primo incontro nerra questo racconto poetico, sospeso fra verità biografica e finzione narrativa, in una lingua che trattiene l'incanto di una giornata di fine estate. Nasce un amore che legherà "due diverse solitudini", quella di un poeta alla ricerca delle sue parole e quella di una giovane scultrice che, nell'arte, cerca la verità plastica del sentimento. Una relazione che sarà un momento di crescita, un incontro in cui dall'altro si prende congedo per andare verso di sé.
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