Isabel e Maria
Due donne, una madre e una figlia,costrette a separarsi prima, incapaci di stabilire un vero rapporto poi, vivono accomunate da una dolorosa, profonda incapacità di stare al mondo.Isabel, la madre, è raccontata a più voci da tutti gli altri protagonisti del romanzo, i cui diversi punti di vista convergono nel dare vita a un personaggio femminile sfaccetato e controverso.In una delle pagine più belle, è Isabel stessa che ripercorre la sua giovinezza e confessa a se stessa, forse per la prima volta, in un breve monologo disperato, la verità: adolescente maliziosa, civetta ed egoista, ha vissuto rapporti ambigui al limite del morboso. Amata da due fratelli, ha una figlia da uno di loro lasciando entrambi nel dubbio su chi sia il vero padre.Ormai sola e dsillusa,Isabel sfiorisce, invecchia, muore, vittima più di se stessa che dei due uomini che ha sedotto e forse mai amato.Maria, la figlia, si racconta in un diario nella seconda parte del romanzo. Bambina senza padre, cresciuta lontano dalla madre, aspetta di essere grande abbastanza per poter fuggire, e salva della sua vita, come altri personaggi di Mercè Rodoreda, solo il ricordo tenero e dolente della sua infanzia.Questo romanzo incompiuto, scritto in esilio, databile tra gli anni '40 e '50 ma pubblicato solo dieci anni dopo la sua morte, si conferma come uno dei più belli della scrittrice catalana per la sua capacità di raccontare la solitudine femminile, lo sconcerto davanti all'invecchiamento del corpo, la vita intesa come lungo, cruento passaggio dall'infanzia alla morte, e per l'altissimo stile letterario con cui ciò si narra.
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