Il racconto di Sonecka
Mentre la vita quotidiana muta il suo volto al riflesso della Rivoluzione russa, nel 1919, a Mosca, intorno alla piccola Sonia, brillante allieva dello studio teatrale di Evgenij B. Vachtangov, si intrecciano le congiunture segrete, i complessi labirinti dell'amore. Scritto vivo sul vivo, romanzo autobiografico, Il racconto di Sonecka, portato a termine nel 1937 durante l'esilio francese che si protraeva dal '25, è il capolavoro narrativo di Marina Cvetaeva (1892-1941), una delle principali protagoniste della straordinaria stagione letteraria fiorita in Russia nei pirmi decenni del secolo. Contrassegnato da un sentimento di natura insolita, il rapporto tra la giovane attrice e la scrittrice non rientra in "alcun comandamento", perché l'eros che lo pervade è non codificato e non codificabile nelle accezioni comuni, inclusa quella della trasgressione, e si rifiuta ad ogni prevedibile modello facendosi materia viva e pulsante di una scrittura che procede a soprassalti, tesa alla dismisura e alla ricerca di una possibile definizione.
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