Rainer Maria Rilke. Un incontro
Per Lou Andreas-Salomè fu come l'aprirsi improvviso di un'irrimediabile falla, quando alla fine dell'ottobre 1925 e nei giorni successivi Rilke le confidò i terrori che lo tormentavano: le ossessioni cui soccombeva, le paure cui si sentiva esposto. Prima ancora che Nanny Wunderlly-Volkart le inviasse una seconda lettera dal letto di morte di Rilke, Lou Andreas-Salomé aveva interrotto la corrispondenza con il poeta "perché non osavo più scrivere così alla cieca..." L'ultima sua lettera conservata risale al 12 dicembre 1925.Da questo silenzio nacque poi, quale forma di intimo rimpinto, un libro di carattere affatto peculiare; circa un anno e mezzo dopo la morte di Rilke, nell'estate 1927, scrisse "il libro di Rainer", come lo definisce nel suo diario. Non è un libro di ricordi, una ricostruzione in sè conchiusa, un abbandono alla ricordanza, ma semmai un colloquio, "una estrema riappropriazione del passato...un ultimo incontro -un dialogo". Anzichè parlarci di Rilke, lou Andreas-Salomé attinge alle lettere del poeta e a quanto di lui sapeva. Serba invece nell'inespresso le esperienze della loro iniziale vita in comune, la forza elementare del loro incontro, senza per questo comunicare l'impressione di un silenzio deliberato.
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