Bella fuga (La)
Una struttura temporale ordinata lega insieme questi racconti; le storie narrate si svolgono , infatti, lungo l'arco di tre secoli, a partire dal Seicento fino all'Ottocento. In questo tempo dinamico i destini femminili sembrano, nel loro insieme, inerti e immutabili. Eppure, nella fissità astorica dei luoghi in cui le protagoniste vivono, la casa, il convento, la famiglia d'origine o maritale, gesti minimi, conportamenti, amnesie, ma anche drammi consumati dimessamente, smentiscono a scardini l'ordine quasi involontariamente, ma in modo radicale. Il destino femminile, pur restando identico a se stesso, ne risulta irrevocabilmente minato.Il bagno in una vasca che raccoglie l'acqua piovana nella villa seicentesca, la corsa involontaria e irreprimibile nel cortile di un convento settecentesco sono per esempio nei primi due racconti, accadimenti minimi, ma straordinariamente eversivi: segnalano l'irriducibilità dei corpi alle leggi e alle regole e distorcono la naturale posizione femminile, svelandone una naturalità altra, potente e vitale. La scrittura di Beatrice Solinas Donghi, "così aderente alle cose, così schietta e precisa, ma libera da ambizioni estetizzati", come ebbe a dire del suo esordio Anna Banti, se da un lato ci seduce con magie e preziosità, dall'altro ci svela tutte le ricchezze, le potenzialità creative della nostra lingua; una lezione che ci sembra preziosa.
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