Il paese dell'uva nera

Il paese dell'uva nera

E' bella, giovane, bionda, gli occhi azzurri come un lago. Però è una suora. Un po' particolare, forse. Con una passione neppur tanto segreta per il suo bel pretino, compagno di giochi fin dall'infanzia. E' indocile, aggressiva, curiosa, esuberante, la testa piena di idee. E' una ragazza di confine, nata e cresciuta là dove il Monferrato cede l'aspra dolcezza delle sue colline e i suoi profumi di vite e di nocciolo al languore delle Langhe. E ha un grande progetto: trasformare il convento di Bauda, dove vive con tre anziane e battagliere consorelle dalla lingua lunga, in una immensa officina del vino da messa da vendere non solo ai curati della zona, ma addirittura al Papa. Un piano ambizioso, un mare di soldi da trovare. Ma suor Moscato - così ormai la chiamano affettuosamente i suoi concittadini di Santo Stefano Belbo - ha tre buone frecce: una laurea in Storia del cinema, un diploma in Enologia all'Istituto agrario di Alba e, soprattutto, un'esaltante esperienza americana tra i bajou e i cajun di New Orleans. Là il destino le ha fatto incontrare un emigrato langarolo, diventato produttore, che le chiede una grande sceneggiatura, finalmente priva di quegli stereotipi che un americano usa ogni volta che racconta quel Sud violento, costruito sulle caste e sull'odio razziale. Ecco dunque l'intrecciarsi fitto di due romanzi. Il primo col racconto allegro e melanconico allo stesso tempo del paese dell'uva nera, dove tradizioni contadine e realtà urbane si mescolano sullo sfondo di un paesaggio antico e pieno di fascino e di falò. Dando vita a una commedia ironica dai tocchi lievi e sottilmente pettegoli dove i personaggi si conoscono tutti e nessun segreto può rimanere tale. Dal parroco bracconiere, al geometra tradito, al vecchio sensale di matrimoni che ora trova le mogli su Internet, al ragioniere di banca gay (e dipendente dal latte di balia) che, al passo con le nuove immigrazioni giunte anche nelle campagne, crea scandalo con la sua ambigua convivenza con un sarto tamil. Il secondo è invece un giallo possente, denso di passioni e di colpi di scena, ambientato in quella New Orleans cattiva e viziosa che sfugge ai turisti di passaggio, ammaliati soltanto dal jazz e dai luccichii spensierati del Vieux Carré e che invece, tra sesso e riti voodoo, ingoia con indifferenza giovani vite come quella della figlia di Al Bano.
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