Il fauno di Mallarmé. Tete à tete
Tradurre Mallarmé significa rigenerare Mallarmé; ed Enzo Papa si volge d'impeto ai «folti sonni» d'un'aria mediterranea nella quale, dantescamente, 'caliga' una Sicilia battuta dalle cocenti gittate laviche. I «puri piedi» delle eterne Ninfe, gli affocati colori della terra del Ciclope sono anche quelli che abbiamo registrato nella rutilante materia pittorica d'un Guttuso. E l'Après-midi d'un faune, dal suo calco originario del 1876 accompagnato da illustri traduzioni (da Ungaretti a Luigi de Nardis), rimane l'aperto quaderno che Papa ci invita a sfogliare con quella sua misura speziata di voluttà.
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