Quale didattica per quale diritto? Una proposta tra teoria e didattica del diritto
L'insegnamento del diritto nelle scuole non deputate alla formazione di giuristi (quindi, sostanzialmente, nelle scuole medie superiori, nelle scuole professionali e in altri corsi di formazione secondaria) dovrebbe essere qualcosa di molto diverso sia dalla pratica del diritto, sia dalla scienza accademica del diritto, posto che l'intenzione sia quella di aiutare a comprendere il ruolo che esso occupa nella nostra società. Di fatto, però, l'insegnamento di questa disciplina si riduce spesso a un'esposizione tecnica dei principali istituti giuridici contenuti nei codici e nelle legislazioni. Secondo l'autore è dunque diventato necessario avviare una riflessione di fondo sulle finalità cognitive perseguite dalla materia 'diritto' negli ambiti scolastici specificati, tenendo conto di quelle che possono essere le aspettative e le reali capacità degli studenti. Avvalendosi delle ultime scoperte della psicologia dell'apprendimento e fornendo diversi spunti innovativi, egli sostiene che il diritto deve ritrovare, nelle aule scolastiche, la sua vocazione più schiettamente umanistica, aspirando ad essere uno strumento di comprensione e di lettura della realtà. Per illustrare le sue tesi, l'autore si avventura in alcuni percorsi didattici possibili, mostrandoci concretamente come il diritto può diventare, anche per i non addetti ai lavori, qualcosa di appassionante.
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