Carùga blues
"Carùga blues" è un romanzo molto comico e molto struggente che racconta le lacerazioni della società italiana nel passaggio verso una modernità di massa mal digerita, colma di contraddizioni e di assurdo, eppure ricca di creatività. Il paese che viene descritto, Cesate, ci ricorda la Vigevano di Mastronardi, la Malo di Meneghello, nelle chiazze di dialetto che qui e là compaiono c'è l'umore un po' grasso dei realisti lombardi. Carùga-Carugati è il protagonista di un grande amore incompiuto, Clara è la bellissima che non tramonta e che vent'anni dopo torna a farsi viva. Si troveranno finalmente? Salderanno il loro debito giovanile? Attorno a loro, mentre ai tavoli di un ristorante lussuoso si consuma una serata magica, riemergono le figure indimenticabili del vecchio socialista deluso, del cieco che finisce nei tombini della metropolitana, dell'ex idraulico che apre una gelateria e si fa leghista, e ancora troviamo il benpensante che frequenta le bische, l'anarchico dandy, la siciliana immigrata che scrive romanzi porno, i preti, le beghine di paese, l'eroinomane filosofo, il collezionatore di assegnini, l'imbonitore da strada, i carabinieri violenti e violentati, Martina la vergine santa, l'aspirante attore, Gennaro il terremotato. Una commedia umana all'italiana, dove spesso l'eroismo si risolve in farsa, l'ideale in destino, e dove la vera poesia consiste nel non rinunciare a ciò che si è stati, nel non fingere ciò che non si è.
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