La Valletta dell'Eremo
Tra il 1980 e il 1983, quando scrisse queste pagine, Friedrich Durrenmatt abitava già da qualche decennio nella Valletta dell'Eremo (Vallon de I'Ermitage) nei pressi di Neuchatel. Che cosa significa per uno scrittore scegliere una vita di periferia, di sottrazione e di isolamento? Fino a che punto il paesaggio può cambiare la sua vita e la sua immaginazione? Con toni confidenziali e ironici, Durrenmatt rievoca i momenti cruciali del suo rapporto con una terra che, pur essendo a pochi chilometri dai suoi luoghi d'origine, si presenta inizialmente lontana ed estranea. Passando in rassegna immagini, personaggi, voci ed emozioni del passato, come in una sorta di diario dell'anima, lo scrittore racconta il difficile tentativo di familiarizzare con la cittadina svizzero-francese e con il suo clima 'umanamente gelido'. Una relazione ambigua, tra disponibilità, diffidenza e autodifesa, che poco a poco si fa sentimentale e affettuosa. Le passeggiate per i boschi chiacchierando con i cani in dialetto bernese; la visita dello scrittore Ludwig Hohl e le sue comiche follie; i primi incontri con Yvonne, cerimoniera dell'alta società locale; l'esilarante racconto dell'ultima notte al caffè "Strauss"; i tragicomici contrasti con un vicino notaio; la costituzione di un comitato ecologico 'anti-camino'; la cronaca puntuale e autoironica di un attacco di cuore e di una diagnosi errata. Il testo, che segue l'intreccio volubile e caotico del ricordo e della fantasia, è anche l'esempio di come funziona, per strappi e accensioni, la memoria di un grande scrittore.
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