La novella degli scacchi
Nella casa di Petropolis, poche ore prima di ingerire insieme alla giovane moglie una dose letale di Veronal, (Zweig) affranca le sue ultime lettere e scrive in tedesco una Declaracào datata 22 febbraio 1942. Il giorno prima aveva provveduto a inviare ai suoi editori e traduttori a New York e a Buenos Aires tre dattiloscritti della Schachnovelle. [...] L'"umanista in ritardo e fuori tempo" Stefan Zweig sentiva esaurirsi la propria capacità di concentrazione e la propria forza immaginativa. La solida architettura della Schachnovelle, la prosa avvolgente e sicura, il tedesco misurato e lucido, sono il suo estremo e nostalgico tentativo di rispondere all'ossessione del nulla e alla minaccia della follia che tormentano la vecchia Europa non meno del Dr. B. (Dallo scritto di Rossella Rizzo)
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