Il libro tibetano dei morti

Il libro tibetano dei morti

Per i Tibetani la morte è o il cominciamento di una nuova vita, come accade per le creature che la luce della verità non rigenerò e trasse a salvazione, o il definitivo disparire di questa fatua personalità - effimera e vana come il riflesso della luna sull'acqua - nella luce indiscriminata della coscienza cosmica, infinita potenzialità spirituale. Continuare ad esistere in una qualunque forma di esistenza, anche come dio, è dolore: perché esistenza vuol dire divenire, e il divenire è l'ombra dell'essere, un sempre rinnovato corrompimento, un non mai soddisfatto desiderio, una pena che mai si placa. La pace è nel dissolversi inconsapevole in quella luce incolore da cui tutte le cose traggono nascimento e che, senza che ne siamo consapevoli, brilla in noi stessi. Per dirlo con altre parole, quando si muore, sono due le vie che a noi si aprono: o un definitivo spegnimento della creatura singola che è la sorte degli Eletti; oppure la rinascita, che attende chi non seppe comprendere che tutto è sogno. Per la qual cosa, questo trattato dovrebbe essere piuttosto conosciuto, anziché come il libro dei morti, col suo vero nome tibetano, che significa libro della salvazione, o traducendo alla lettera: "il libro che conduce alla salvazione dall'esistenza intermedia per il solo sentirlo recitare", perché la sua recitazione evoca nel principio cosciente del morituro o del defunto la verità redentrice. E per salvazione s'intende appunto lo spegnimento della personalità, o come l'evasione da una nuova rinascita verso la quale il carma maturando fatalmente ci urge. (Dall'Introduzione di Giuseppe Tucci)
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Dettagli Libro

  • Titolo: Il libro tibetano dei morti
  • Autore: Giuseppe Tucci, G. Tucci
  • Curatore:
  • Traduttore:
  • Illustratore:
  • Editore: SE
  • Collana:
  • Data di Pubblicazione: 1998
  • Pagine:
  • Formato:
  • ISBN: 9788877103611
  • Religione - Religioni

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