Il buco del picchio
Nella proprietà di Leo Delfos, un vecchio frassino viene sradicato dal vento e finisce sulla strada vicinale, diventando un ostacolo alla circolazione. Bisogna spostarlo, ripulire l'asfalto dai rami spogli di quell'albero che, all'ex commissario dell'Anticrimine parigina tornato a Giaveno per godersi la pensione, sembra star lì da sempre. Di sicuro c'è già nei suoi primissimi ricordi di bambino. Sembra un fatto di ordinaria amministrazione per chi vive in campagna. E invece no. Perché, mentre con l'amico Carlo tagliano il tronco dell'albero, da un nido di picchio nascosto rotola fuori una perfetta pallina di terra che subito innesca la curiosità di Leo. Improvviso e inaspettato, quello strano oggetto si rivela capace di ridestare dolori mai sopiti, per decenni confinati in un angolo inaccessibile della mente. Aprire quel nido di picchio costringerà Leo a infilarsi sotto la coltre polverosa di un passato che risale alla seconda guerra mondiale, a navigare in un mare di antichi amori e squallidi egoismi, esplosioni di vita e sordidi sentimenti, paure e avide rassicurazioni. Un passato (e un presente) di morte, che lo porterà a scavare tra i simbolismi di un Medioevo tramontato, ma ancora incredibilmente attuale.
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