Vivere e morire a Torino
Marcello Giangossi, alias Giango, è un maresciallo dei carabinieri in congedo. Ma la pensione non ha estinto il fuoco sacro dell'investigazione, il delitto continua a esercitare su di lui un'irresistibile fascinazione. Così, quando nella sua Torino si consuma un massacro di 'ndrangheta, Giango drizza le antenne. Due delle vittime sono noti pregiudicati, le altre, un uomo e una donna, sembrano non c'entrare nulla con la malavita organizzata. Una, però, c'entra con Giango: è sua figlia Marina. Al dolore immediato subentrano ben presto la rabbia, il desiderio di capire e di farla pagare a chi gli ha portato via quel che di bello gli restava nella vita. E siccome gli sforzi dei carabinieri non ottengono risultati, Giango decide d'indagare per conto proprio, nel giro delle 'ndrine che ben conosce. Comincia un gioco duro, pericoloso, in cui tutti hanno qualcosa da perdere. Un noir metropolitano violento e pessimista, senza etica né legge, dove i confini tra bene e male sfumano in un'incerta zona d'ombra. Una narrazione incalzante, che sfida le regole del genere.
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