Morte a Torino. Uno sbirro napoletano sotto la Mole
Autunno 1994. Il vicequestore Giuseppe Pedante, nativo di Torre Annunziata, capo della Squadra Mobile di Torino, è alle prese con un inafferrabile omicida, che agisce con la feroce determinazione e il piacere di provocare sofferenza e d'uccidere, di sentirsi padrone non della vita, ma della morte, un modo per sottrarre se stesso alla condizione di mortale, o almeno di vendicarsene. Di fronte a un simile abominio, i componenti la squadra si sentono invasi dalla profonda tristezza per la sorte delle vittime e dalla volontà d'assicurare alla giustizia un criminale tanto brutale, che rappresenta un reale pericolo di reiterazione di gravi delitti. La caccia si presenta ardua e intricata, il colpevole sfugge con diabolica abilità. Si concluderà in concomitanza con la catastrofica alluvione che il 4 e 5 novembre colpisce Piemonte e Liguria, quasi per un intervento del cielo a favorire l'azione dell'irriducibile vicequestore. Un Maigret napoletano nella piccola Parigi italiana. E, per finire in dolcezza, una breve carta di dolciumi partenopei.