Nel mondo che verrà
Walt Whitman, Ted Hughes, H.D. Lawrence, Neruda, Szymborska sono alcuni fra gli autori che, come scrive il poeta americano Philip Levine nella presentazione a questo libro, più influenzano il modo meravigliato e sorpreso con cui Roberta Spear guarda il mondo che le sta attorno. Un mondo in disfacimento, che tuttavia la poetessa californiana osserva, nomina e consacra con la parola poetica; un mondo desolato dal quale riesce a fare emergere "un alone di inattesa spiritualità". Con lo stesso sguardo stupito Roberta Spear osserva i paesaggi italiani a lei molto familiari per i frequenti periodi trascorsi in Italia, e con la stessa curiosità legge e traduce Dante, Ungaretti, Sinisgalli. Questo libro raccoglie le poesie dedicate da Roberta Spear all'Italia. Non solo i paesaggi liguri o le architetture religiose del Veneto, ma anche le storie che quei luoghi sollecitano alla mente immaginifica dell'autrice. I luoghi ordinari si fanno straordinari e le visioni trasformano gli oggetti comuni in oggetti magici. Un'Italia vista con gli occhi stranieri di una poetessa capace di lasciarsi sedurre, e di sedurre con la stringata e lirica semplicità delle storie della gente comune (una zingara che chiede la carità davanti alla cattedrale di S. Zeno, un gruppo di turisti in visita a un santuario sul lago d'Orta, i bambini che corrono sulla riva a Monterosso), storie che trova dappertutto, come nelle pagine di Pavese, poeta continuamente letto e molto amato.
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