Saggio sulle rivoluzioni

Saggio sulle rivoluzioni

Chateaubriand, dopo la carriera militare, si recò nel '91 in Nord America e al suo ritorno in patria si unì alle forze della controrivoluzione vivendo esule in Inghilterra dal '93 al 1800. Questo libro fu scritto nel 1797, durante l'esilio inglese, e propone un confronto fra le rivoluzioni del passato, del mondo greco in particolare, e gli eventi della Francia rivoluzionaria. Ancora influenzato dalle riflessioni illuministiche, in particolare dell'amato Rousseau, si avverte già l'eco di un'inquietudine religiosa che doveva poi sfociare nella conversione; le note critiche, aggiunte dall'autore negli anni Venti, quando già rappresentava l'emblema del pensatore politico di una restaurazione monarchica non oltranzista, baluardo sicuro per evitare ulteriori avventure rivoluzionarie, segnano una ripetuta presa di distanza dalle ingenuità degli accostamenti e dalle concessioni alla cultura illuministica di cui ormai l'autore è critico feroce. La storia antica è osservata tenendo costantemente l'occhio fisso ai problemi del presente, alle derive selvagge della violenza giacobina e alla cultura, dotta e popolare, che caratterizza le diverse epoche. L'autore intende per rivoluzione ogni rivolgimento che muti la forma di governo da monarchica a repubblicana o viceversa; e pensa che la repubblica possa essere la miglior forma di governo quando i costumi sono ancora innocenti e dunque che i popoli civilizzati e corrotti debbano affidarsi alla forma monarchica.
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