Un curato di campagna
Un curato di campagna di Carlo Ravizza è un libro più che letto famoso e, meglio sarebbe dire, citato. Eppure ebbe l'ampio ed entusiastico consenso di Carlo Cattaneo e di Tenca e, nel nostro secolo, il grande storico Kent Roberts Greenfield lo tenne in molta considerazione e gli dedicò non poco spazio nei suoi studi. Effettivamente il Ravizza è l'esponente di un cattolicesimo illuminato e progressista che, nell'età della Restaurazione in Lombardia, riconosceva le proprie radici negli illuministi del ""Caffè"" e dell'Accademia dei Pugni, nel Muratori, nel Morcelli, nei giansenisti pavesi e in genere nel pensiero riformista di tutta la seconda metà del secolo XVIII. Importante come documento storico, l'opera ha anche un suo interesse letterario, sono solo per alcuni capitoli di notevole qualità stilistica, ma anche per la concezione generale, configurandosi sostanzialmente come una cronaca romanzata di vita contemporanea, come un importante affresco di vita sociale e culturale coeva all'autore. Il testo del Ravizza nasceva, infatti, nel momento in cui a proliferare, in Italia, non erano certo i romanzi di storia contemporanea, bensì quelli ambientati, sulla scia di Walter Scott, nel Medioevo o tutt'al più nell'Era Moderna.
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