Contro i gourmet
"Il prosciutto è qualcosa di più di una zampa di cadavere mummificata e commestibile", recita Manuel Vazquez Montalban in questo godereccio, pungente e appetitoso viaggio tra delizie per il palato e facezie per l'intelletto, finalmente nella traduzione italiana. La cucina, dice l'autore, è una metafora esemplare dell'ipocrisia della cultura: basa infatti il suo piacere su un delitto compiuto con ogni possibile aggravante, trasformando attraverso le doti magiche del fuoco e della marinatura un assassinio in un'opera d'arte. E poiché gli animali si nutrono ma solo l'uomo cucina, sfilano al cospetto delle nostre papille gustative patate con 'chorizo' alla riojana, 'anguiles a l'all i pebre' o i mille piatti che vedono primeggiare il baccalà, "nato pesce, trasformato in cartone e recuperato per la gastronomia mettendolo a bagno". Il tutto naturalmente annaffiato da vini che conservano il loro prestigio in una memoria pluricentenaria. Analizzando la cucina occidentale, dai piaceri elementari del pane e del formaggio, ai capolavori raffinati di cuochi e ristoranti che hanno fatto la storia (almeno quella culinaria), Montalban prende però nettamente le distanze dai gourmet, sacerdoti di un culto, non più orientatori di conoscenze ma selettivi e dittatoriali codificatori di comportamenti. E in questo excursus completo di come, dove e cosa mangia l'uomo moderno, la brillante penna del padre di Carvalho viene intinta anche nelle salse servite nei fast food... offrendoci un piatto che vale la pena assaggiare!
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