La voglia
L'acclamata autrice de "La pianista", alla quale è stato attribuito il premio Nobel per la letteratura nel 2004, svela ancora una volta la grottesca corruzione della società austriaca moderna. Il direttore di una cartiera situata in una valle alpina, adulato e rispettato in paese poiché la sua azienda dà lavoro alla maggior parte della popolazione locale, è in privato un individuo gretto, brutale, senza scrupoli, che opprime gli operai e assoggetta la moglie Gerti alla propria insaziabile lussuria. Lacerata tra il ruolo di madre e quello di oggetto sessuale, Gerti cerca invano rifugio nell'amore per uno studente, che invece la umilia con crudeltà, spingendola in un'inesorabile corsa verso la tragedia. Un romanzo forte e trasgressivo dal tono secco e distaccato, in cui l'autrice dipinge con clinica freddezza scene di infuocata e torva sensualità. Nella sua feroce accusa contro l'oppressione della donna, la Jelinek si affida da un lato al linguaggio e dall'altro alla scelta dei personaggi. Nel primo caso adotta uno stile del tutto particolare e una terminologia che attinge al gergo della pubblicità, della burocrazia, delle riviste maschili e persino ai graffiti metropolitani, nel secondo mette in scena due protagonisti assolutamente impersonali, che nell'anonimità e nella meccanicità del loro rapporto sembrano ridursi a puri simboli della lotta eterna di sopraffazione.
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