E quale amor non cambia
Il verso di una poesia - "E quale Amor non cambia" - riecheggia ossessivamente nella testa di Efisio Marini dal giorno in cui il cavalier Alceste Tramontano, 'uomo di rispetto' temuto e riverito in tutta Napoli, gli ha mostrato il diario della giovane Restitùta Serrale. La poveretta, apparentemente morta di colera, era a servizio in una casa nobiliare e sapeva perfino scrivere: ma nei suoi semplici resoconti di vita si coglie qualcosa d'inquietante, l'ombra di un mistero e insieme la traccia di una passione. E poi, tra le pagine, quelle rime in un'altra grafia... Di chi sono? E perché Tramontano ha convocato proprio Marini, celebre medico e imbalsamatore, per chiedergli, in modo ambiguo e allusivo, di indagare sulla fine di Restitùta? Come mai tanto interesse per una misera serva? L'esca è troppo allettante per lo scienziato: sempre tormentato dalla necessità di comprendere quello che risulta incomprensibile agli altri, si inoltra nel labirinto di una vicenda torbida ed efferata, dove una serie di delitti paiono legati a quel verso che pone una domanda cui lui non sa ancora rispondere. Ma che, ne è convinto, rappresenta la chiave per risolvere il caso. Quando però, dopo lungo penare, la verità si affaccia alla sua mente, Marini quasi non osa contemplarla: l'amore che non cambia è un sentimento troppo forte, esagerato, che può annidarsi dentro ciascuno di noi e, se liberato, causare molto male insieme a un dolore insostenibile...