L'impazienza del cuore

L'impazienza del cuore

Come viene spiegato in apertura di romanzo, "ci sono due tipi di compassione: l'una, debole e sentimentale, che è unicamente impazienza del cuore e vuole solo sbarazzarsi il più in fretta possibile della penosa commozione prodotta dall' altrui infelicità", e l'altra, "fattiva", "decisa a sopportare tutto con pazienza e comprensione". Atteggiamenti esemplificati nel testo da due personaggi distinti: se la seconda è la linea-guida del dottor Condor, nella morsa della prima cade invece il giovane sottotenente Hofmiller. Nell'estate del 1914, annoiato dalla vita di guarnigione in un piccolo centro della provincia, quest'ultimo accetta con entusiasmo l'invito a cena di un ricco possidente della zona, von Kekesfalva, attirato dalla prospettiva di conoscerne la sensuale nipote. Ma è la figlia di costui, Edith, paraplegica, a innamorarsi di Hofmiller. Al sentimento appassionato della fanciulla l'uomo risponde solo tiepidamente, senonché le preghiere di von Kekesfalva e le insistenze del dottor Condor lo inducono a fidanzarsi: un gesto compiuto sulla spinta di quella compassione che è "impazienza del cuore". Tuttavia quando, al circolo ufficiali, il militare viene messo alle strette dal sarcasmo dei colleghi, nega pubblicamente il legame. Poi, disgustato di sé, medita di scontare la propria colpa con il suicidio, ma un colonnello interviene ordinando il suo trasferimento. Deciso, allora, a riscattarsi con Edith, lo attende una tragica notizia: la ragazza, straziata dal dolore e dall'umiliazione, si è gettata dalla terrazza di casa. Un drammatico intreccio di cupa fatalità e altalenanti slanci dell'animo, scandagliati con la lucidità e l'acutezza di cui Zweig è maestro, in un'opera dalla costruzione impeccabile che offre un'ulteriore conferma del suo superbo talento narrativo.
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