L'occhiata letale
Quel disgraziato di Tatàno si era troppo vantato in giro della fortuna che gli era piovuta nel piatto: nella pancia di un'occhiata saporita aveva trovato un antico anello prezioso, troppo prezioso per un povero come lui... E a Efisio Marini, che durante un'uscita in mare, s'imbatte nel suo cadavere sbudellato, basta poco per dedurre che qualcuno l'ha ucciso per impossessarsi del suo tesoro. Ma la storia non può finire lì, perché Efisio, educato dal suo mentore, padre Venanzio, a riflettere sulle cose e sui fatti sino all'origine, non si accontenta. Ha solo diciannove anni, però il suo destino sembra già segnato da questa smania di classificare gli eventi e di comprenderne le cause, anche quando costa fatica, pericolo e soprattutto dolore, un dolore senza rimedio. Deciso a condurre fino in fondo la sua indagine, il ragazzo mette infatti in gioco ben più del proprio ingegno: a rischio non c'è solo la sua incolumità, ma anche la sua giovanile innocenza e il suo mondo di adolescente vissuto nel protettivo abbraccio della famiglia. Di pari passo con l'allargarsi dell'inchiesta, anche lui cambia pelle, diventa adulto, e quel che scopre lungo il suo cammino - altri morti ammazzati, un folle disegno criminale dai risvolti politici e, infine, il trionfo di un'implacabile quanto anomala forma di giustizia - sono altrettante tappe di un sofferto percorso di crescita. Narratore di talento, dotato di un'ironia caustica e di uno spirito sovente dissacrante, Giorgio Todde offre ai lettori una storia che, se del 'noir' possiede la trama, è in realtà un malinconico, lungo addio alle illusioni della gioventù e insieme un disincantato registro delle miserie umane.