Figlia dell'oceano bianco

Figlia dell'oceano bianco

Quando Francis l'avvista, è solo una sagoma fluttuante sulle acque gelide al largo di Terranova. Si avvicina e scopre che si tratta di una cesta, una minuscola ma robusta scialuppa improvvisata, con dentro una placida bimba. La chiamano Aurora, come l'algido spuntare del giorno in cui fu salvata dall'oceano e dalla tragedia del Titanic, ed entra, amatissima, nella famiglia dell'uomo e in un villaggio di pescatori. La bambina sembra avere un'aura speciale, qualcosa d'inafferrabile che la rende diversa da tutti: ha pelle d'alabastro e gli occhi uno blu e uno marrone, quasi a testimoniare la sua duplice origine, terrestre e marina. Crescendo, mostra un carattere mite e saggio, ma è assetata di spazi aperti in cui vagare liberamente, immersa nella natura aspra e tenace di quelle terre lambite dai ghiacci. Una sete di libertà che la unisce a Tom, il sensibile guardiano del faro, amico, amante, marito e padre dei suoi figli. Con il trascorrere degli anni, Aurora diventa per tutti una sorta di magica presenza, una creatura che racchiude in sé l'essenza e l'incanto di quei luoghi insieme magnifici e terribili. Un'avvincente saga famigliare che abbraccia un secolo, la storia di una donna molto singolare e di una comunità dove la gente è schietta, temprata dalle fatiche, ma attenta ai valori più autentici, al calore della solidarietà e al fascino delle storie fantastiche. Il testo da pag. 1 a pag. 26 è già comparso in una prima stesura in "The Fiddlehead", volume 201.
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