Pelagija e il bulldog bianco
Un'anziana e bizzosa nobildonna di campagna è lì lì per morire di crepacuore: gli adorati piccolini di casa, il solo scopo della sua esistenza, il ricordo vivente del povero marito... sono le vittime innocenti di una mano assassina! Il complotto lascia imperturbato il venerando nipote, vescovo Mitrofanij, ma la salute di una vecchia isterica è ben altra faccenda: ecco perché la strage dei viziatissimi rappresentanti di una nuova razza canina diventa oggetto di un'indagine privata e discreta. E chi è più discreto di una lentigginosa monaca, occhialuta e stranita? Mitrofanij fa bene i suoi conti: alla tenuta della zia ha mandato nientedimeno che suor Pelagija, scaltra, intelligente, osservatrice; un po' anticonformista, d'accordo, svampita, sicuramente, ma tanto saggia, coraggiosa e abile! Quanti misteri ha risolto (anche se il merito, per un motivo o per l'altro, è sempre andato a monsignore). Pelagija si mette all'opera e... altro che bulldog perseguitati! I morti, quelli veri, spuntano come funghi, freschi di giornata oppure stagionati. Alcuni addirittura senza testa. Il male è sbarcato nel borgo sull'onda del Fiume che l'attraversa, e una mefitica ventata di seduzioni cittadine lo scuote da capo a fondo. Che cosa sta succedendo? Quel luogo tranquillo e felice sta per essere sopraffatto? Di colpo di scena in colpo di scena si giungerà fino alle aule del tribunale, e lì avverrà, inaspettata, la resa dei conti. Ambientato nella provincia russa di fine Ottocento, con la sua commistione di potere temporale e spirituale, caratterizzato da una narrazione che riecheggia una grande tradizione letteraria, un romanzo brillante e colto, sorretto da una trama avvincente e impeccabile. Un vero giallo.
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