Code di lucertola
David ha bisogno di tutta la sua immaginazione per riuscire a vedere con occhi meno amari la realtà che lo circonda. Per passare le lunghe giornate di un'adolescenza inquieta e difficile dialoga con il fratellino non ancora nato e con il ritratto di un pilota dell'aviazione inglese, o si nasconde nella calda sala di un cinematografo. Le sue tasche sono colme di pietruzze luccicanti, ciottoli che saltano sull'acqua, code di lucertola dai poteri miracolosi, forse solo un misero palliativo per trasformare un angolo grigio e desolato in un mondo ancora pieno di aspettative e speranze. Non sono i personaggi di una favola quelli che gli stanno attorno: la madre, in attesa di un bambino e di un marito scomparso, si rifugia nel fumo delle sigarette e nell'aroma del caffè; il padre, un libertario in fuga non si sa se dalla polizia o da una donna, fa apparizioni spettrali, immateriale avversario dell'ispettore Galván, che con la scusa di indagare sul fuggitivo ne corteggia la moglie di cui è perdutamente innamorato. Il cane Scintilla, quasi cieco, è infine l'unico in grado di mostrare a David la strada della verità. Nella periferia barcellonese del dopoguerra, incerta come il futuro dei suoi abitanti, l'autore fa muovere i testimoni del suo tempo come se si trovassero in scatole cinesi, sempre in bilico tra realtà e immaginazione, tra autenticità e menzogna. Con un linguaggio diretto e trasparente, che contrasta con la profonda carica emotiva e morale di cui è ricca la trama, Marsé regala un altro meraviglioso affresco che lo conferma come uno dei più grandi romanzieri della letteratura contemporanea.
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