La materia dei sogni
"Noi siamo della stoffa di cui son fatti i sogni", dice Shakespeare nella "Tempesta", "e la nostra piccola vita è cinta di sonno." E i sogni sono la materia di cui è intessuta quest'opera di David Malouf, sogni che, sullo sfondo di un'Australia evocata attraverso uno sguardo asciutto e penetrante, turbano i sonni dei suoi personaggi. Sogni che possono prendere la forma di fantasmi, spettri del passato che ritornano a tormentare esistenze tranquille, ricordi che si credevano sepolti chissà dove dentro di sé e che all'improvviso riaffiorano, sconvolgendo per sempre una vita. O, con precisione implacabile, risvegliano desideri e aspirazioni mai sopiti del tutto, lontani come l'infanzia e irraggiungibili come l'innocenza; sensazioni che si credevano dimenticate; paure antiche sedimentate nell'animo. Non solo. Perché sui sogni che popolano questa raccolta di racconti a volte incombe anche una minaccia, il terrore, l'imprevisto. Ma, più spesso, essi rappresentano il senso inarginabile di perdita e solitudine che non si è capaci, o non si vuole, condividere con gli altri e, nello stesso tempo, il bisogno di fuga, evasione, leggerezza. Perché la vita dei personaggi di questo libro, magicamente sospeso fra narrazione e poesia, è permeata da un invincibile senso di malinconia.
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