Questioni marxiste
"Più che un romanzo divertente, è una baldoria segreta." Il giudizio di Montalbán sulla stia opera preferita sarà senz'altro condiviso dal lettore, che non potrà rimanere insensibile al fascino di un libro grottesco e surreale, ricco di intuizioni spassosissime, poesia e humor. Questioni marxiste è indubbiamente uno degli scritti più inelassificabili che il marxismo abbia mai ispirato, "un saggio al servizio di un romanzo costruito a partire da situazioni teatrali in cui il marxismo è un apporto dei quattro fratelli Marx: Karl, Harpo, Groucho e Chico. con l'aiuto del nichilista capitano Nemo". Come dice Groucho in uno degli esilaranti monologhi che lanto ricordano le sue gag cinematografiche: "Mi chiamo Groucho Marx, e questo è molto di più che non avere come cognome altro che Marx". Insomma, è lui ad avere la meglio, soprattutto rispetto al povero Karl -il fratello più retto: "lo gli dicevo: Karl, con le tue conoscenze, procuraci una scatoletta di carne. Volete sapere che cosa mi rispondeva? Mi rispondeva: Che cosa direbbe di me la Storia? E tua madre? Non ti interessa quel che tua madre dirà di te?" e anche il più rivoluzionario: "Non fare di nuovo il nome di tuo fratello in questa casa. Lo sai che tuo padre vive morto di paura. Quando gli sbirri gli chiedevano: Lei è il padre di Karl Marx? Lui rispondeva: Chi, io?". Un testo provocatorio, uno spettacolo con risate e applausi a scena aperta, in cui Montalbán, come Groucho, "si volta verso di te, caro lettore, e ti fa l?occhiolino".
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