Il grido del popolo

Il grido del popolo

Se il governo provvisorio di Thiers non avesse deciso di requisire i cannoni della Guardia Nazionale, il 18 marzo 1871 , forse il popolo di Parigi non sarebbe impazzito. Forse allora il capitano Tarpagnan non avrebbe sentito il suo grido e avrebbe continuato a fare il soldato. Invece quel giorno lui, come tanti altri militari, decide di non ascoltare più gli ordini dei grandi al potere. Così - anziché massacrare quelle donne coraggiose che stanno sulle barricate con i neonati appesi al fianco, quei ribelli che spesso sono solo bambini armati alla bell'e meglio - Antoine Joseph Tarpagnan diserta. Non sa, l'ex capitano, che così facendo ha impresso un'altra svolta al suo destino. Mischiandosi alla folla, è infatti riuscito a evitare il confronto con Horace Grondin, il misterioso poliziotto che lo bracca per ucciderlo, attribuendogli un atroce delitto che tanti anni prima gli ha sconvolto l'esistenza. Ignorando che l'ombra della morte si allunga su di lui, Antoine si sente sferzare dall'ebbrezza della vita e della libertà rivoluzionaria, e mentre iniziano a ruggire i cannoni di Versailles, lui si tuffa nei pittoreschi bassifondi di Parigi. E così la Storia sconfina nelle piccole storie della gente comune. Un magnifico affresco letterario che ha i colori forti di Victor Hugo e Alexandre Dumas, con personaggi talmente vivi da sembrare delineati da Charles Dickens, una trama che nulla ha da invidiare ai 'feuilletons' ottocenteschi e un linguaggio fatto di carne e sangue. Un grande libro, dentro cui ribolle quel senso di indignazione sociale verso i potenti della Terra che lo rende più attuale che mai.
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