Jack Maggs
Dall'autore di 'Oscar e Lucinda', un romanzo di grande forza emotiva, che ci trascina nel tumulto dei bassifondi della Londra ottocentesca tra i diseredati del mondo e poi negli scintillanti palazzi dei ricchi abituati a un lusso senza senso, facendoci vivere fino in fondo, e con una partecipazione e un turbamento indimenticabili, una storia inquietante come un sogno. Al centro delle vicenda si staglia Jack Maggs - archetipo suggestivo e potente di quella terra libera e incontaminata, l'Australia, costruita non a caso dagli ex galeotti come lui -, un uomo sfregiato nel corpo e nell'anima da un'esitenza durissima che, dopo un periodo di esilio, fa ritorno di nascosto a Londra dalla remota colonia, Jack culla una speranza che non osa confidare a nessuno: ritrovare un ragazzo da lui generosamente assistito e salvato dalla disperazione diversi anni prima, in cui ha riposto tutte le sue aspettative e la sua volontà di riscatto dalle sofferenze della vita. Ma lo scontro con la realtà si rivela crudele e inesorabile come il passato: il giovane, ormai adulto, è cresciuto nell'agio e nella dissolutezza e sembra in balìa di ambigui personaggi, come Tobias Oates, che si diletta in tecniche ipnotiche e intende circuire Maggs per catturarne i ricordi più dolorosi per le proprie mire letterarie. Tanto che tra l'infelice carcerato e l'astuto scrittore s'inscenerà un duello, sottile e spietato, dell'intelligenza e della freddezza, in cui il delitto e la paura, la vendetta e la pietà, l'inquietudine e la sensazione di una rovina incombente sono palpabili e vivi più della vita stessa. E per Maggs la luce di una possibile salvezza si profila solo nella fuga verso una natura dagli spazi immensi, dove stemperare le passioni malate e meschine e dimenticare per sempre se stesso e quella patria che nella sua vitalissima asprezza rischia di uccidere i propri figli.
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