E Dio entrò all'Avana
Inviato speciale per El Pais a Cuba, in occasione del viaggio di Giovanni Paolo II nell'isola, Manuel Vazquez Montalban assiste all'incontro tra i due grandi Signori della Storia e ci regala un acuto ritratto di fine secolo. Caduto il socialismo reale, messa in discussione la capacità del capitalismo di soddisfare le necessità della maggioranza, la città di Dio e la città socialista cercano un'identità che salvi la Rivoluzione cubana dagli Stati Uniti e da se stessa, e aiuti la Chiesa cattolica a superare la crisi religiosa e il vuoto prodotto dalla perdita, in America Latina, di quaranta milioni di credenti. Attraverso flash back ripetuti, che danno voce sia alla coscienza rivoluzionaria del castrismo, sia alla società reale che vive l'emozione della comparsa all'Avana del rappresentante di Dio, Montalban racconta il respiro di una città che cerca di far coesistere il perdurare dell'utopia rivoluzionaria con il disincanto della sopravvivenza. Se appare evidente il declino del modello rivoluzionario castroguevarista, altrettanto chiaro resta il bisogno di un nuovo paradigma sociale, perché le cause che hanno provocato la Rivoluzione non sono scomparse. Le figure di Rigoberta Menchù e del subcomandante Marcos, che utilizza passamontagna e computer per una rivoluzione dopo la Rivoluzione, rappresentano i fari di una ribellione latinoamericana che vuole essere la risposta a una concreta insufficienza dell'esistere. Un grande affresco cubano, creato dalle interviste ai protagonisti della Storia passando attraverso le storie di chi protagonista non è. Non ancora.
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