William & Mary
Un piccolo capolavoro di grazia e ironia: ambientata nel Seicento inglese, una fiaba di incantevole semplicità, condotta in perfetto stile elisabettiano e intrisa di echi e malie. La trama - evanescente e suggestiva come un sogno - ruota attorno a un matrimonio non consumato: una fragile gentildonna inglese è turbata nei suoi obblighi coniugali da un incubo che ogni notte agita il suo sonno: un leone rampante, in un campo di gigli, corre incontro al vuoto con qualcosa tra i denti... La sua famiglia, di alto lignaggio, preoccupata e ansiosa di avere un erede, non sa più a chi votarsi per dissipare gli odiosi, inspiegabili fantasmi notturni della giovane: mediconzoli stregoni, azzeccagarbugli, streghe e una folla improbabile di imbroglioni e propinatori di false credenze si susseguono, in una giostra esilarante e bizzarra, al capezzale dell'infelice sposina, proponendo rimedi di ogni tipo... Così, tra ambasce e avventure, colpi di scena e tranelli, imprevisti e baruffe di rara, fiorita ilarità, si arriva leggiadramente alla soluzione dell'enigma, in un fetido teatro londinese - il leggendario Globe - dove impazza un certo William Shakespeare. Figura imponente e giocosa, il famoso Bardo squarcia come una risata beffarda, libera dai conformismi della bigotta società del tempo, la delicata, luminosa scena del racconto. Un gioiello, questo romanzo d'esordio di un giovane scrittore che farà molto parlare di sé: una storia trasparente, raffinata, da leggere "in controluce" per scoprirne l'eleganza e insieme la corposità, il buon gusto e la cultura. Un racconto che con tocchi rapidi e sicuri e uno stile impeccabile e limpido, squisitamente evocativo, raggiunge tutta la magia e l'incanto delle opere eterne.
Momentaneamente non ordinabile