Walden. La disobbedienza civile
"Nel luglio 1845, Henry David Thoreau, naturalista, filosofo e agrimensore, lasciava la cittadina di Concord dove abitava ed era nato, per andare a vivere in una capanna di legno, nei boschi del vicino lago di Walden. Intendeva compiere un esperimento, mostrare quanto poco costasse vivere. Il gesto, pure se non nuovo nel Massachusetts del XIX secolo, assumeva nella sua arroganza significati politici ed estetici insieme: si inseriva nella scelta di una 'disobbedienza civile' a una società di cui Thoreau non condivideva gli ideali mercantili. Nella relativa solitudine del lago analizzando se stesso, i suoi simili, e il proprio rapporto con la natura, Thoreau cercava un perduto alfabeto: quello del mitico New England di due secoli avanti, un territorio geografico che era anche dimensione morale, estetica, metafisica. Definiva la sua cultura e i suoi padri rifacendosi, da un lato, agli irriducibili transfughi inglesi che avevano cercato nel Nuovo Mondo un luogo dove adorare in pace il loro dio, dall'altro, ai più antichi abitatori dei boschi, gli indiani. Trascendentalista come il filosofo Ralph Waldo Emerson e il romanziere Nathaniel Hawthorne, il vagabondo di Walden era però convinto che il significato della realtà si trovasse non all'esterno delle cose ma dentro di esse. Ispiratore del Mahatma Gandhi, amato da Proust che ne consigliava la lettura a Mme de Noailles, Thoreau, tuttavia, è anzitutto uno scrittore - un grande scrittore. La traduzione di ""Walden"" di Piero Sanavio apparve in italiano per la prima volta nel 1956.